La storia dell'oreficeria abruzzese ha origini antiche e una lunga tradizione.

Il gioiello popolare

Il gioiello popolare ha una duplice funzione, decorativa e simbolica. Oltre che elemento estetico esso aveva una funzione propiziatoria ed apotropaica, volta ad allontanare le influenze negative e ad attirare prosperità e benessere.

L'oro utilizzato era in genere a bassa caratura, perché meno costoso, e la tecnica era quella della filigrana che permetteva di realizzare manufatti leggerissimi di grande effetto decorativo. Era la soluzione ideale in un periodo in cui il costo del lavoro risultava inferiore a quello della materia prima. Spesso venivano utilizzate pietre di varia natura come madreperla, corniole, granati e perle che in molti casi erano false, cioè di vetro. Quasi sempre autentico era il corallo sia per il suo basso costo sia per le qualità apotropaiche legate al colore rosso e alla provenienza marina.

 

 

I gioielli nella tradizione nuziale

La trasmissione ereditaria dell'oro è sempre avvenuta per linea femminile, da madre a figlia, da nonna a nipote, da suocera a nuora. L'uomo aveva funzione di donatore o di realizzatore del manufatto, in qualità di orefice.

Una delle modalità più frequenti di trasmissione dei gioielli è quella legata al rito nuziale, le cui fasi venivano scandite da diversi donativi rivolti alla futura sposa. In occasione della prima visita (la conoscenza) dello sposo e della sua famiglia a casa della futura sposa l'uomo portava alla donna in segno di primo impegno un paio di orecchini ed un ciondolo; il giorno del fidanzamento ufficiale era caratterizzato dal dono dell'anello. L'anello tipico in questa circostanza era quello a scudo che portava inciso sul castone il monogramma della coppia o il nome di uno dei due. Un dono tipico di quest'occasione era la Presentosa, che trae il suo nome proprio dalla funzione di presente.

Si tratta di un ciondolo a forma di stella con uno o due cuori uniti al centro. Altri doni caratteristici erano oggetti con lettere smaltate: R per ricordo, A per amore, S per speranza, che venivano scambiati tra i fidanzati come pegno d'amore nel caso lui partisse come emigrante. Dono di fidanzamento caratteristico a Scanno era "u catinelle", un pendente ovale apribile, utilizzato per conservare i capelli del fidanzato quando lui partiva per svariati motivi (la transumanza, il servizio militare, etc.).

Tra tutti questi oggetti quello più prezioso restava la collana a pettorale altrimenti detta "petto d'oro" che la suocera regalava alla futura nuora una settimana prima delle nozze affinché la indossasse sull'abito nuziale. In molti casi essa veniva tramandata da una generazione all'altra e la nuova proprietaria finiva per personalizzarla con l'aggiunta di nuovi elementi simbolici e decorativi come catenelle, pendenti o placche di varia fattura. Il modello più classico era costituito da più catenelle collegate tra loro tramite presentose o medaglioni vari.

 

 

Presentosa

La presentosa è uno dei gioielli più tipici e famosi della tradizione orafa abruzzese, tra i più emblematici della tradizione orafa meridionale. Il suo nome è legato al celebre scrittore Gabriele D'Annunzio che ne fa una breve descrizione nel romanzo "Il Trionfo della morte" del 1894. In realtà il termine è già presente in documenti di inizio Ottocento seppure riferito ad altri tipi di gioielli.

Riguardo al suo significato esistono due teorie. Quella più accreditata fa derivare il nome presentose da presentenze (rappresentanza oppure presentazione del fidanzamento). L'altra, ormai superata, ricollega il termine alla presunzione femminile. A sostegno della prima ipotesi c'è l'usanza che portava il pretendente a fare dono alla ragazza prescelta di un ciondolo che aveva valore di impegno di matrimonio. La presentosa è appunto un medaglione a forma di stella con uno o due cuori al centro, contornati da spiraline in filigrana o in cordellina semplice.

Si possono riconoscere otto tipologie e varianti di presentosa di fattura abruzzese. Il motivo simbolico per eccellenza è il cuore riprodotto al centro del medaglione in diverse varianti, cuori uniti, cuore singolo, cuori accompagnati da lacrime o da sangue, da fiamme ardenti oppure uniti da una chiave.

Si è diffusa nel tempo la teoria, del tutto priva di fondamento, che vuole attribuire il ciondolo con un solo cuore alle nubili, quello con due cuori alle fidanzate e quello con due cuori con mezzaluna alle maritate.

Accanto a questo esistono anche altre tipologie alternative come quella con una nave al centro ad indicare il percorso sentimentale verso una nuova vita. Queste raffigurazioni simboliche erano sempre contornate da riccetti o spirali di lavorazione diversa mentre la forma è sempre quella a stella, seppure il numero delle punte può variare molto.

Per non incidere troppo sul costo la presentosa veniva realizzata sempre in oro a basso titolo (8 o 12 carati).

 

 

La filigrana

In tempi in cui la manodopera costava piuttosto poco, a compensare lo scarso valore dell'oro c'era la lavorazione in filigrana che permetteva di realizzare con piccole quantità di materiale manufatti molto preziosi. Questa tecnica consiste nell'intrecciare un doppio filo di metallo prezioso che mostra segmenti trasversali simili ad una spiga di grano (di qui il termine filigrana).

Fonte: www.regione.abruzzo.it

The history of the Abruzzese jewelery has ancient origins and a long tradition.

 

 

The popular jewel

 

The popular jewel has a dual function, decorative and symbolic. Besides being an aesthetic element, it had a propitiatory and apotropaic function, aimed at removing negative influences and attracting prosperity and well-being.

The gold used was generally low carat, because less expensive, and the technique was that of filigree that allowed to create very light artifacts of great decorative effect. It was the ideal solution in a period when the labor cost was lower than that of the raw material. Often stones of various kinds were used such as mother-of-pearl, carnelian, garnet and pearls which in many cases were false, that is, glass. Coral was almost always authentic both for its low cost and for its apotropaic qualities linked to red and marine origin.

 

Jewels in the wedding tradition

The hereditary transmission of gold has always occurred by female line, from mother to daughter, from grandmother to nephew, from mother-in-law to daughter-in-law. The man had the function of a goldsmith, or a maker of the artifact.

One of the most common methods of transmission of jewelry is that linked to the wedding ceremony, whose phases were marked by different donations to the future bride. On the occasion of the first visit (knowledge) of the groom and his family to the future bride's house, the man brought a pair of earrings and a pendant to the woman as a sign of first engagement; the day of official engagement was characterized by the gift of the ring. The typical ring in this circumstance was the shield that carried the couple's monogram or the name of one of the two engraved on the setting. A gift typical of this occasion was the Presentosa, which takes its name from the present function.

This is a star-shaped pendant with one or two hearts joined in the middle. Other characteristic gifts were objects with enameled letters: R for recollection, A for love, S for hope, which were exchanged between the engaged as a token of love in case he left as an emigrant. Scanno's characteristic engagement gift was "u catinelle", an openable oval pendant, used to preserve the boyfriend's hair when he left for various reasons (transhumance, military service, etc.).

Among all these objects the most precious remains the pectoral necklace otherwise known as the "golden chest" that the mother-in-law gave to her future daughter-in-law one week before the wedding so that she wore it on her wedding dress. In many cases it was handed down from one generation to the next and the new owner ended up customizing it with the addition of new symbolic and decorative elements such as chains, pendants or plates of various types. The most classic model was made up of several chains connected to each other through presentose or various medallions.

 

 

Presentosa

The presentosa is one of the most typical and famous jewels of the goldsmith tradition of Abruzzo, among the most emblematic of the southern goldsmith tradition. His name is linked to the famous writer Gabriele D'Annunzio who makes a brief description in the novel "The Triumph of Death" of 1894. In reality, the term is already present in documents of the early nineteenth century, although referring to other types of jewelry.

Regarding its meaning, there are two theories. The most accredited one derives the name presented by presentations (representation or presentation of the engagement). The other, now outdated, reconnects the term to female presumption. In support of the first hypothesis there is the custom that led the pretender to give a gift to the chosen girl of a pendant that had the value of a marriage commitment. The presentosa is precisely a medallion in the shape of a star with one or two hearts in the center, surrounded by filigree spirals or simple cord.

It is possible to recognize eight types and variations of presentosa of Abruzzo bill. The symbolic motif par excellence is the heart reproduced at the center of the medallion in different variations, united hearts, single heart, hearts accompanied by tears or blood, by burning flames or joined by a key.

The theory has spread over time, completely devoid of foundation, which wants to attribute the pendant with a single heart to the unmarried, the one with two hearts to the girlfriends and the one with two hearts with crescent to the married.

Alongside this there are also other alternative types such as the one with a ship in the middle to indicate the sentimental journey towards a new life. These symbolic representations were always surrounded by riccetti or spirals of different processing while the shape is always that star, although the number of points can vary a lot.

In order not to affect the cost too much, the presentosa was always made of low-quality gold (8 or 12 carats).

 

 

The filigree

In times when labor costing rather little, to compensate for the low value of gold there was the filigree work that allowed the creation of very precious artefacts with small quantities of material. This technique consists of braiding a double strand of precious metal showing transverse segments similar to an ear of wheat (hence the term filigree).